ALUNNO VITTORIO

detto il “Mozzo” perché gli mancava un dito della mano sinistra

 

Nato il 27 agosto 1912 a Grosseto (GR) da Giuseppe, badilante di Cortona, e Mari Palmira casalinga (seconda moglie del padre è Duchina Annunziata). E’ soprannominato "mozzo" perché è di bassa statura. Frequenta le elementari fino al 1927, arrivando alla sesta classe. In seguito è carraio dal Giannini, in via dei Mille, addetto alla manutenzione dei fossi nel grossetano e garzone durante la trebbiatura nella tenuta dei Porciatti a San Lorenzo (dove è mezzadro lo zio materno, Faustino Mari). Frequenta gli antifascisti grossetani, professando idee comuniste. Espatria il 21 agosto1937 con Angelo Rossi, Luigi Amadei, Pietro Aureli e Italo Giagnoni dalle spiagge di Castiglione della Pescaia verso la Corsica, su una piccola imbarcazione acquistata con le sottoscrizioni degli antifascisti maremmani. Arrivato nel porto di Macinaccio, è arrestato e trasferito a Bastia. Respinti gli inviti dell'autorità locale ad arruolarsi nella Legione straniera, è rilasciato e firma un contratto con un imprenditore di carbone per tagliare un'assegna di macchia, vicino ad Aiaccio. In seguito ai contatti col PCI attraverso un comunista corso, raggiunge la Spagna presso Albacete nel settembre 1937. Prima di varcare i Pirenei aveva inviato alla mamma una cartolina illustrata di Marsiglia (“Saluti a voi e fratelli. Vostro figlio Vittorio, 25 ottobre 1937”), ritrovata nella perquisizione del 30 dicembre 1937 nell'abitazione degli Alunno a Grosseto, dopo che, in seguito a una delazione, il Fascio di combattimento di Orbetello aveva cominciato a interessarsi dell’espatriato. Dal settembre 1937 è arruolato con la Brigata Garibaldi (4° Battaglione, 2° compagnia) col grado di sergente, che si è guadagnato in combattimento verso la fine del 1937. Ferito da un colpo d'arma da fuoco, è ricoverato in ospedale e operato. Riprende servizio alla fine del gennaio 1938 sempre nella Brigata Garibaldi e combatte in Estremadura. Qui, rimasto ferito a Campillo alle otto del mattino del 17 febbraio 1938, durante la battaglia di Guadalajara, non può essere evacuato e viene fatto prigioniero. Si presume fucilato dai fascisti il giorno stesso. La morte è dichiarata in seguito all’atto di notorietà firmato a Grosseto il 6 giugno 1946 (in presenza di Angiolo Rossi, Lorenzo Vanelli, Giovanni Trippa e Giuseppe Melli).

 

 

Fonti:
AICVAS
AISGREC Fondo Trueba
AISGREC Fondo Resistenza in Maremma
ASGr Fondo Questura
Fondazione Gramsci (Roma), Fondo Comintern
ISRT Fondo Anpi
Antifascisti nel Casellario Politico Centrale, a cura di Adriano Dal Pont, ANPPIA, Roma, 1988-1995.
Banchi Aristeo, Si va pel mondo…, Arci, Grosseto, 1993.
Basi Duccio, La partecipazione degli antifascisti toscani alla guerra civile di Spagna (1936-1939), relatore Gallerano N., Tesi di laurea non pubblicata, Università degli Studi di Siena, Facoltà di Lettere e Filosofia (Corso di Laurea in Lettere Moderne), A.A. 1993-1994.
Bucci F. et alii, Gli antifascisti grossetani nella guerra civile spagnola, La Ginestra, Follonica, 2000.
Calandrone Giacomo, La Spagna brucia, Editori Riuniti, Roma, 1974.
Capitini Maccabruni N., La Maremma contro il nazifascismo, La Commerciale, Grosseto, 1985.
La Spagna nel nostro cuore, 1936-1939. Tre anni di storia da non dimenticare, a cura di Giovanni Pesce, AICVAS, Milano, 1996.
Lopez Alvaro, Antifascisti italiani caduti nella guerra di Spagna 1936-39. Combattenti antifascisti di Spagna caduti nella lotta di Liberazione in Italia, Quaderno Aicvas n. 1, Roma, 1982.