CALAMASSI ANTONIO

 

Nato il 27 giugno 1908 a Massa Marittima (GR) da Pasquale e Azzi Siria. Sposa Tronel Anna. Descritto come alto 1.66, capelli biondi, occhi castani, cicatrice sulla guancia sinistra. Si trasferisce a Torino per ragioni di lavoro in data imprecisata e qui frequenta gli anarchici piemontesi e toscani dei gruppi libertari della “Barriera di Milano” e della “Barriera di Nizza”. Emigra clandestinamente in Francia il 9 settembre 1936 e, con l'aiuto del Comitato antifascista di Chambery, raggiunge la Spagna da Marsiglia nel novembre. Si arruola nella Colonna italiana Rosselli e partecipa al primo combattimento della formazione, presso Monte Pelato. Prende parte quindi agli scontri del novembre 1936 ad Almudevar e compare anche in un elenco di anarchici che combattono sul fronte di Huesca. La Prefettura di Torino nel novembre 1936 ne chiede l’iscrizione alla Rubrica di frontiera per il provvedimento di arresto e, il 10 dicembre 1936, il suo nome e la foto appaiono sul Bollettino delle ricerche (è schedato dal questore di Grosseto come comunista da arrestare, mentre la Prefettura di Torino lo schederà nel Mod. A solo nel maggio 1937). Deluso dalla scarsa attività militare intorno a Huesca, rientra in Francia il 10 febbraio 1937 e, nell’agosto, risulta abitare a Marsiglia (presso l'anarchico Albino Zazzeri) e frequentare il gruppo anarchico capeggiato da Giulio Bacconi. Nel marzo 1938, in occasione del viaggio del Führer in Italia, la Questura di Grosseto richiede ai comuni della provincia l’aggiornamento dello schedario dei sovversivi e la stazione dei Carabinieri di Massa Marittima riferisce che il comunista Calamassi, emigrato da molti anni a Piombino con la madre, sembra trovarsi in Spagna arruolato con le milizie rosse spagnole; fatte le dovute ricerche, però, Calamassi viene segnalato dalla Questura grossetana come antifascista residente a Marsiglia, da arrestare. A Marsiglia fa per due anni lo scaricatore al porto (a partire dal gennaio 1939), quindi intraprende la lavorazione dei “graffen” per conto di alcuni bar. Inizialmente, riesce ad ottenere una carta d'identità francese, ma in seguito il documento gli viene ritirato e aumentano le pressioni perché si arruoli nell'esercito o nella Legione straniera, mentre peggiora la sua situazione finanziaria con l'arrivo della moglie dall'Italia. Il 19 aprile 1940, quindi, si rivolge per lettera al Duce chiedendo la possibilità di rientrare in Italia e nel settembre, dopo modifica dell'iscrizione nella Rubrica di frontiera (“da arrestare” è sostituito con "”da sottoporre a vigilanza” dalla Prefettura di Grosseto il 4 maggio 1940), Calamassi e la moglie ricevono dalla Delegazione di Marsiglia della CIAF un foglio di via per rimpatriare. Perquisito il 6 novembre 1940 a San Remo, Boschi rientra a Torino e dopo pochi giorni è chiamato sotto le armi e arruolato nella 2° compagnia mobilitata del Reggimento ferrovieri del Genio di Bari. Interrogato il 20 gennaio 1941 sulla sua attività politica e sulla partecipazione alla guerra civile spagnola, dichiara di essersi arruolato in una colonna antifascista destinata al fronte aragonese ma di non aver preso parte a combattimenti. Viene congedato il 21 febbraio 1941 e rientra definitivamente a Torino.

 

 

Fonti:
ACS CPC
ASGr Fondo Questura
Bucci Fausto et alii, Gli antifascisti grossetani nella guerra civile spagnola, La Ginestra, Follonica, 2000.
Capitini Maccabruni Nicla, La Maremma contro il nazifascismo, La Commerciale, Grosseto, 1985