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FRANCHI SOCRATE
In Spagna è noto come SPERANZA, in seguito si cela sotto il nome
di FRANCHITTI
Nato il 27 dicembre 1900 a Prata (GR) da Cherubino
e Periccioli Elisena, i quali nel 1910 si trasferiscono col figlio a
Piombino (la zia Iole Periccioli risiede a Boccheggiano). Frequenta
le scuole fino alla terza elementare. A quindici anni entra nel movimento
anarchico e, durante biennio rosso, è molto attivo nel movimento
di Piombino, dove risiede con la moglie Ines Iacometti (figlia di Pilade,
anarchico di Piombino esule a Villeurbanne dal 1923). Nel febbraio e
nel maggio 1922 è prosciolto per insufficienza di prove da un'accusa
per lesioni personali e da un'altra per detenzione di bombe e rivoltelle.
Emigrato clandestinamente in Francia nel 1922 o all'inizio del 1923,,
Franchi risiede a Lyon, dove prende parte alla campagna internazionale
per la salvezza di Sacco e Vanzetti ed è assiduo frequentatore
della società anarchica “Sacco e Vanzetti”. E’
collegato a Torino con gli ambienti libertari clandestini, in particolare
con i gruppi della “Barriera di Torino” e della “Barriera
di Nizza”; nell’ottobre dello 1931, secondo la polizia,
compie un'azione di rappresaglia contro un fascista responsabile di
aver percosso due bordighisti e nel dicembre dello stesso anno partecipa
alla protesta del gruppo “Gli anarchici” contro il governo
russo per la detenzione in Siberia del sovversivo milanese Francesco
Ghezzi (nel dicembre 1930). Tale attività antifascista non è
sconosciuta alla PS: nell'estate del 1928 il Consolato di Lyon lo aveva
segnalato fra gli affiliati del gruppo anarchico locale e la Prefettura
di Livorno aveva chiesto che fosse rintracciato e vigilato; viene iscritto
nella Rubrica di frontiera ed è sospettato nel 1930 di essere
coinvolto insieme al comunista Franco Delfino in un attentato ai danni
del segretario del fascio locale Mario Scribante. Nel maggio 1930 la
Divisione di polizia politica informa la Divisione affari riservati
che Franchi è individuo “veramente pericoloso” e
il console generale di Lyon riferisce al Ministero dell'Interno che
Franchi è spesso con i comunisti dissidenti della frazione bordighista
e, ancora, che è individuo pericoloso e attivo nella propaganda.
Il 4 agosto 1930 anche la Prefettura di Grosseto si occupa di Franchi
e ne segnala ai superiori la mancanza da Prata da più di 12 anni
e che vi era iscritto al PSI. Compare sul Bollettino delle ricerche
il 14 febbraio 1931 (Supplemento sovversivi, scheda 1503) e nell’agosto
la Scuola superiore di polizia prepara dieci copie di una sua foto.
Il console di Lyon lo segnala come elemento perturbatore dell'ordine
pubblico, anarchico militante, solito girare armato nel novembre 1931
e, di li a poco, Franchi è, in effetti, arrestato per porto abusivo
di rivoltella; seviziato dalle guardie francesi e condannato a un anno
di carcere, viene espulso dalla Francia, ma vi rimane illegalmente spostandosi
a Parigi presso Narciso Portanti, anarchico scarlinese (le ricerche
dell'Ovra risultano inconcludenti e nel settembre 1934 la Scuola superiore
di polizia riproduce altre 20 copie della sua foto). Il 25 febbraio
1935 è colpito da una nuova misura di espulsione ma una serie
di proroghe gli consentono di rimanere in Francia fino al maggio 1936
quando è arrestato; solo l'intervento della Lidu e delle organizzazioni
sindacali, che porta alla sospensione di tutte i procedimenti di espulsione,
gli evita un nuovo esilio. Il 2 agosto1936 parte per la Spagna e si
arruola nella Colonna italiana, con cui partecipa alla battaglia di
Monte Pelato e agli scontri del novembre 1936 ad Almudevar. All'inizio
del gennaio 1937 rientra a Parigi dove, nell’aprile, sembra abitare
sotto il falso nome di Franchitti. Il 3 settembre 1936 il Ministero
dell'Interno aveva telegrafato ai prefetti per segnalarne la presenza
in Spagna nelle milizie rosse e 120 copie della sua foto erano state
stampate dalla Scuola superiore di polizia, trasmesse al Ministero dell'Interno
e inviate a tutte le prefetture e i valichi di frontiera; viene in seguito
depennato dall’elenco della Questura di Grosseto dei sovversivi
residenti in Spagna, perché risulta residente a Parigi. I controlli
su di lui, tuttavia, continuano: è schedato dalla Prefettura
di Livorno nel novembre 1937 e il prefetto di Grosseto a fine anno dispone
il controllo della corrispondenza della madre, della sorella, della
cognata e in seconda battuta anche della zia di Boccheggiano. Nel marzo
1938, in occasione del viaggio del Fuhrer in Italia la Questura di Grosseto
richiede ai comuni della provincia l’aggiornamento dello schedario
dei sovversivi e la stazione dei Carabinieri di Massa Marittima riferisce
che di Franchi si ignora il colore politico e che risulta emigrato fin
dall’infanzia con tutta la famiglia a Piombino. Nel febbraio 1941
la Prefettura di Livorno lo segnalato ancora a Villeurbanne, ma nella
primavera dello stesso anno risulta nuovamente irreperibile. Passato
alla totale clandestinità dopo la resa della Francia ai nazisti,
si unisce a una formazione di partigiani che opera nel dipartimento
della Bouche du Rhone e combatte fino al 1944. Gli sarà conferita
la medaglia d'argento. Nel dopoguerra compie qualche viaggio in Toscana
per incontrare i vecchi compagni a Piombino, Follonica e Massa Marittima.
Fonti:
ACS CPC
ACS Div.
Pol. Pol.
ACS Min.
Int. PS
ASGr Fondo
Questura.
AA.VV.,
Dizionario biografico degli anarchici italiani, Volume Primo
A-G, BFS Edizioni, Pisa, 2003
Bucci Fausto
et alii, Gli antifascisti grossetani nella guerra civile spagnola,
La Ginestra, Follonica, 2000.
Capitini
Maccabruni N., La Maremma contro il nazifascismo, La Commerciale,
Grosseto, 1985.
La Spagna
nel nostro cuore, 1936-1939. Tre anni di storia da non dimenticare,
a cura di Giovanni Pesce, AICVAS, Milano, 1996.
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