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Giovanni Battista Frati è tratta dal Fascicolo personale nel casellario politico centrale

FRATI GIOVANNI BATTISTA detto “GIOVANNINO”

 

Nato il 30 ottobre 1898 a Montieri (GR) da Giuseppe e Fabbri Olinda. Dopo le elementari, che frequenta fino alla quarta classe, impara dal padre il mestiere del fabbro ed è assunto a Boccheggiano, nell'officina della miniera della Montecatini. Chiamato alle armi nel 1917, viene incorporato in un reggimento di fanti. Tornato a Montieri, è attivo politicamente dall'immediato dopoguerra nel PSI (schedato dalla Prefettura di Grosseto come propagandista antifascista e lettore de "l'Avanti"). Passato al PCI nel 1921 dopo il Congresso di Livorno, è iscritto nella sezione di Montieri. Trasferitosi a Gavorrano nel 1922, è minatore nella miniera di pirite del Rigoloccio. Spinto dalle continue provocazioni fasciste, nel 1924 abbandona la Maremma e si sposta a Torino, quindi prosegue il viaggio ed espatria clandestinamente in Francia. Stabilitosi a Nizza, fa ogni genere di mestiere (fabbro, meccanico, bracciante, manovale edile), rimanendo però in condizioni economiche precarie. Iscritto in Rubrica di frontiera per attività antifascista all’estero. Nell'agosto del 1936 espatria clandestinamente per la Spagna e si arruola nella compagnia italiana del Battaglione Dimitrov (XV Brigata internazionale). Il 6 dicembre 1936 rimane ferito sul fronte di Irun, probabilmente difendendo il ponte internazionale di Hendaye. Dopo il ferimento viene curato in un ospedale della Legione straniera, forse presso Nizza, dove in seguito ha un recapito per la corrispondenza e incontra più volte il fratello Amedeo. Il 3 novembre 1936 è schedato dalla Prefettura di Grosseto che però non riesce a stabilire se risieda a Nizza, presso il fratello Aurelio, o a Montecarlo, presso la sorella Eulalia. Iscritto nel Bollettino delle ricerche per il provvedimento di arresto nell’agosto 1937, nel marzo 1938, in vista dell’aggiornamento dello schedario dei sovversivi locali, la stazione dei Carabinieri di Montieri riferisce di ignorare il recapito francese di Frati, già combattente in Spagna con l’esercito rosso. Sempre nel 1938, però, viene rintracciato presso il fratello Aurelio a Cap d'Ail (nelle Alpi Marittime). Rimasto nella Francia meridionale anche allo scoppio della guerra, collabora con la Resistenza francese fino alla Liberazione. Nel dopoguerra si sarebbe trasferito in Corsica, dove sarebbe morto per le conseguenze di un’operazione chirurgica. Secondo la documentazione del Cominform, invece, dopo esser stato ferito sul fronte di Hendaye, sarebbe rientrato in Spagna e sarebbe caduto in combattimento il 12 febbraio 1937 a Morata de Tajuna sul fronte del Jarama.

 

 

Fonti:
ACS CPC.
AICVAS
ASGr Fondo Questura
Fondazione Gramsci (Roma), Fondo Comintern
Antifascisti nel Casellario Politico Centrale, a cura di Adriano Dal Pont, ANPPIA, Roma, 1988-1995.
Banchi Aristeo, Si va pel mondo…, Arci, Grosseto, 1993.
Basi Duccio, La partecipazione degli antifascisti toscani alla guerra civile di Spagna (1936-1939), relatore Gallerano N., Tesi di laurea non pubblicata, Università degli Studi di Siena, Facoltà di Lettere e Filosofia (Corso di Laurea in Lettere Moderne), A.A. 1993-1994.
Bucci Fausto. et alii, Gli antifascisti grossetani nella guerra civile spagnola, La Ginestra, Follonica, 2000.
Capitini Maccabruni N., La Maremma contro il nazifascismo, La Commerciale, Grosseto, 1985.
La Spagna nel nostro cuore, 1936-1939. Tre anni di storia da non dimenticare, a cura di Giovanni Pesce, AICVAS, Milano, 1996.
Lopez Alvaro, Antifascisti italiani caduti nella guerra di Spagna 1936-39. Combattenti antifascisti di Spagna caduti nella lotta di Liberazione in Italia, Quaderno Aicvas n. 1, Roma, 1982.