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PELLEGRINI FRANCESCO ANTONIO
Nato il 18 marzo 1908 in località Semprugnano a Roccalbegna (GR) da Egidio, contadino, ed Erina Ponzuoli, casalinga. Dopo aver frequentato le elementari, lavora come manovale edile e come mosaicista in Maremma (forse a Pitigliano). Una segnalazione della Tenenza dei Carabinieri di Pitigliano dell’aprile 1936 lo segnala come iscritto al PNF nel 1927 e riferisce che “da giovinetto si dimostrò entusiasta del Regime fascista, partecipando ad ogni manifestazione patriottica”. Nel 1928, comunque, ottiene il passaporto per l’estero ed emigra: nel 1929 si stabilisce in Belgio a Erenhase (nei pressi di Anversa) e in seguito si sposta a Bruxelles dove si lega a una ragazza belga dalla quale ha una bambina (verranno aiutate dal Soccorso rosso con un sussidio giornaliero mentre Pellegrini è in Spagna). In Belgio è iscritto al PCI, sostiene, all'inizio degli anni 30, la pubblicazione del “Riscatto” e spedisce opuscoli e giornali antifascisti ai familiari e ai conoscenti in Italia. Essendosi rifiutato di assolvere i doveri di leva è denunciato e condannato in contumacia a un anno di carcere dal Tribunale militare di Firenze, quindi nel 1934 è iscritto nel Bollettino delle ricerche, (Supplemento sovversivi, scheda 2864). Il 1° ottobre 1936 arriva in Spagna, valicati i Pirenei, e si arruola nel Battaglione Garibaldi, nel novembre. Partecipa a tutte le operazioni di guerra: nel novembre 1936 è al Cerro de los Angeles, nel dicembre alla città universitaria di Madrid; il 15 marzo 1937 è ferito a Guadalajara. Combatte poi con la Brigata Garibaldi a Brunete in Estremadura, a Caspe e sull'Ebro. Nel mentre, il 14 febbraio 1937 il prefetto di Grosseto ne ha chiesto l'iscrizione nella Rubrica di frontiera per il procedimento di arresto e il 28 successivo il Ministero dell'Interno ha diramato una circolare ai prefetti perché adottino le opportune misure di vigilanza per arrestarlo in caso di rimpatrio; nel marzo 1937 è nota la sua presenza in Spagna e ne viene sollecitata l'inclusione negli elenchi dei sovversivi arruolati nelle milizie rosse. Da allora, la vigilanza è continua: il 17 marzo la Questura di Grosseto lo segnala come sovversivo residente in Spagna da arrestare, il 18 aprile è schedato dalla prefettura di Grosseto, il 23 luglio il prefetto di Grosseto invia al Ministero dell'Interno due sue foto recenti e la Scuola superiore di Polizia ne riproduce 15 copie per i valichi di frontiera (inoltre il prefetto di Grosseto è invitato dal Ministero dell'Interno a far controllare tutta la corrispondenza dei familiari). Ancora nel marzo 1938, in occasione del viaggio del Fuhrer in Italia, la Questura di Grosseto richiede ai comuni della provincia l’aggiornamento dello schedario dei sovversivi e la stazione dei Carabinieri di Semprugnano riferisce che Pellegrini, già residente in Belgio, sarebbe arruolato nelle milizie rosse spagnole. Effettivamente, Pellegrini ritorna in Belgio alla fine dell’anno e si stabilisce nuovamente a Bruxelles, dove rimane attivo nel movimento antifascista: nella primavera del 1939 è segretario della sezione di Bruxelles dell'Unione popolare italiana; il 3 agosto 1939 è segnalata la sua presenza a una riunione per il fronte unico, a Saint Gilles, nella Maison du Peuple. Riprende anche la vigilanza e il 30 gugno 1939 è confermata la sua iscrizione nella Rubrica di frontiera per il provvedimento di arresto. Nel luglio 1941 va a monte un tentativo dei nazisti di catturarlo nel suo domicilio (su segnalazione dell'informatore dell'Ovra n. 148) e il 25 aprile 1942 Pellegrini sfugge nuovamente alla cattura. Nel 1943 una spia dell'Ovra lo segnala ancora a Bruxelles.
Fonti:
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