RAGNI ITALO detto “Maremmano”

 

Nato il 4 giugno 1900 a Campagnatico (GR) da Ciro, che muore nel 1903, e Itala Rossi, morta alla nascita di Italo per le complicazioni del parto, viene affidato alla zia Rosa Ragni Bacci che lo alleva a Grosseto. Descritto come 1.58, capelli e occhi castani, corporatura regolare, colorito roseo (in base al mod. A del 1937, invece, ha i capelli castani radi, viso roseo ovale, fronte larga, occhi castani). Frequenta le elementari e si accompagna con gli anarchici di Grosseto: legge l’“Avvenire anarchico” e “Volontà” e aderisce al circolo Germinal. Partecipa allo sciopero del 4 dicembre 1919 e all'occupazione della stazione di Grosseto ed è denunciato (ma il 4 gennaio 1924 il procedimento penale è archiviato per amnistia). Già il 27 settembre 1923 il commissario di Grosseto lo segnala in un breve rapporto come anarchico pericoloso. Nell'aprile del 1924 Ragni si trasferisce in Francia, a Lyon, per lavoro (è muratore), valicando le Alpi con passaporto regolare. In Francia sembra aver partecipato all'aggressione anarchica del 26 maggio 1927 contro il segretario del fascio di Lyon, ma viene assolto per insufficienza di prove. Nel marzo 1927 il console fascista di Lyon riferisce quindi della propaganda anarchica di Ragni e nell’aprile il prefetto di Grosseto informa il Ministero dell'Interno, che avvia le procedure di inserimento negli elenchi dei sovversivi: il 24 aprile 1927 la Scuola superiore di polizia trasmette 10 copie di una foto di Ragni all’Ufficio schedario politico e il 28 il capo della polizia ordina al console di Lyon di far esercitare sul sovversivo vigilanza attenta e di segnalarne l'eventuale ritorno in Italia alle autorità di PS di confine e al Ministero per le disposizioni di fermo e perquisizione; il 25 novembre dello stesso anno il Prefetto di Grosseto comunica al Ministero dell'Interno che Ragni è considerato pericoloso ed è iscritto alla Rubrica di frontiera al n. 9473, rifiutando il nulla osta per il rilascio del passaporto. Nel frattempo, il 24 ottobre 1927, Ragni è espulso dalla Francia e accompagnato alla frontiera belga; sembra risiedere a Liegi fino al gennaio 1929 quando si trasferisce a Seraing insieme a Umberto Malfatti. In aprile è a Bruxelles dove frequenta Camillo Berneri e si occupa insieme a Umberto Malfatti della diffusione di “Bandiera nera”. Il 29 luglio 1929 è espulso anche dal Belgio per propaganda sovversiva e viene accompagnato alla frontiera con la Germania, mentre il capo della polizia Bocchini, continuamente informato sugli spostamenti di Ragni, telefegrafa ai prefetti di disporre per il fermo e la perquisizione in caso di rimpatrio e richiede l'iscrizione del grossetano nel Bollettino delle ricerche con fotografia: il 4 febbraio 1930, in effetti, il Bollettino delle ricerche segnala Ragni come anarchico espulso dal Belgio da fermare e perquisire (schedina n. 1049, riporta il cognome errato Bagni). Dopo una breve permanenza in Germania, Ragni rientra in Francia, stabilendosi a Villeurbanne (Seine), dove nell'estate del 1931 partecipa alle riunioni del Circolo “Sacco e Vanzetti” di Lyon e segue la pubblicazione del foglio “Il bombardiere”. Nell'autunno del 1931, il Ministero dell'Interno (con circolare telegrafica n° 27250 del 30/9/1931) attribuisce a Ragni e Umberto Malfatti un piano “dinamitardo” per attentare alla vita di Mussolini (in collaborazione con l’anarchico Lino Enrico Farina di Sondrio che avrebbe dovuto fornire il materiale esplosivo) e in Italia vengono adottate misure eccezionali: il nome di Ragni è inserito nella categoria dei terroristi, sul suo fascicolo si stampiglia a grandi caratteri la dicitura “attentatore”, la Scuola superiore di Polizia è invitata a riprodurre 200 copie della sua fotografia che vengono trasmesse ai prefetti. Nel marzo 1932, inoltre, il Ministero dell'Interno chiede al prefetto di Grosseto di cercare di venire in possesso di autografi del Ragni (ma il tentativo fallisce dopo una infruttuosa perquisizione a casa della zia di Ragni, Rosa Bacci). Dopo una retata della polizia francese al Circolo “Sacco e Vanzetti” di Lyon, le riunioni sono trasferite in località diverse: il 6 novembre 1931 Ragni partecipa a un incontro a Villeurbanne per esaminare i comportamenti non del tutto trasparenti di alcuni membri; nel marzo 1932 partecipa a Lyon a una riunione allargata con gli anarchici svizzeri. Il 16 aprile 1932, nonostante tutte le precauzioni prese, Ragni è però arrestato a Lyon per infrazione del decreto di espulsione e nell’autunno del 1933 è espulso di nuovo dalla Francia e condotto alla frontiera spagnola. Ritornato clandestinamente a Parigi, al principio del 1934 è in Belgio dove diffonde stampa libertaria, ma nell'agosto 1934 prende parte a Parigi alla commemorazione delle vittime del fascismo e delle giornate di Vienna e nell'aprile 1935 partecipa a una riunione nella sede parigina della CGT per fronteggiare nuovi decreti di espulsione, offrendosi volontario per farsi arrestare e cominciare uno sciopero della fame per richiamare l’attenzione pubblica sulla sorte degli esuli, ormai obbligati a vivere lungo le frontiere perché respinti da ogni paese. Il mese seguente interviene a una riunione a Clamart, nel giugno è a Saint-Cloud, a un incontro in cui si prepara un manifesto contro la guerra da introdurre clandestinamente in Italia. Nel giugno 1935 è stato oggetto di una irrevocabile misura di espulsione dalla Francia, ma il 10 marzo 1936 segue a Parigi il feretro dell'anarchicio Giovanni Sabbatici insieme al piombinese Egidio Fossi e a molti altri. Il 15 marzo è alla sala Lavry ad ascoltare una conferenza di Carlo Rosselli insieme con Marzocchi e Fantozzi; il 26 giugno partecipa a una riunione del Comitato per il diritto d'asilo; il 2 luglio è presente alla relazione di Auro d'Arcola sul lavoro svolto in favore dei profughi dal Comitato per il diritto d'asilo e dalla CGT. Il 19 agosto 1936 parte per la Spagna e si arruola nella Colonna italiana Rosselli, con cui, il 28 agosto, partecipa al combattimento di Monte Pelato e, il 22 novembre 1936, combatte ad Almudevar. Nel maggio 1937 è ferito dal calcio di un quadrupede e torna in Francia dove, il 25 maggio 1938, è arrestato dalle autorità francesi: incarcerato per qualche mese è condotto alla frontiera belga ma rientra illegalmente a Parigi dopo pochi giorni. Nel 1939 il suo nome figura in una lista di antifascisti da cacciare dal territorio francese e, secondo un documento del giugno 1939 conservato nel fascicolo del CPC, nel febbraio (o marzo) 1939 sarebbe stato arrestato a Parigi e rinchiuso in un campo di internamento francese insieme con Egidio Fossi e Umberto Marzocchi; al contrario, secondo informativa del Ministero dell’Interno del luglio 1939, sarebbe stato arrestato a Parigi ai primi di giugno. In ogni caso, il 27 giugno 1939 è internato nel campo di Gurs, ma la durata del suo internamento non è nota. Forse è da lì che lo prelevano i nazisti per deportarlo a Mauthausen (forse, invece, cade nelle loro mani a Lyon dopo essere entrato nel maquis oppure, secondo una versione non confermata, dopo essersi arruolato nell'esercito francese o nella legione straniera). Ragni muore nel campo di Mauthausen il 6 maggio 1941 e il Consolato fascista di Parigi informa il 31 luglio 1941 i suoi superiori del decesso: il 10 novembre 1941 il questore di Grosseto chiederà alle questure di Milano e di Roma di far depennare Ragni dall'elenco di sovversivi della provincia residenti all'estero.

 

 

Fonti:
ACS CPC
ACS Div. Pol. Pol.
ACS Min. Int. Dir. Gen. PS
ASGr Fondo Questura

AA.VV., Dizionario biografico degli anarchici italiani, Volume Secondo I-Z, BFS Edizioni, Pisa, 2004
Antifascisti nel Casellario Politico Centrale, a cura di Adriano Dal Pont, ANPPIA, Roma, 1988-1995.
Banchi Aristeo, Si va pel mondo. Il partito comunista di Grosseto dalle origini al 1944, Arci, Grosseto, 1993.
Bernabei A., “Quelle due bombe venute da Londra”, L'Espresso, n.12, 25 marzo 1999.
Bucci Fausto et alii, Gli antifascisti grossetani nella guerra civile spagnola, La Ginestra, Follonica, 2000.
Capitini Maccabruni N., La Maremma contro il nazifascismo, La Commerciale, Grosseto, 1985.
Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza, La pietra, Milano, 1976.