(Le foto di Siro Rosi sono tratte dall'Archivio
privato della Famiglia Rosi)
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ROSI SIRO noto in Spagna come
"il cugino di Barontini", fra i FTP è Juan Medinas
Nato il 11 febbraio 1915 a Sticciano, una frazione
di Roccastrada (GR), Galileo, ferroviere sulla linea Asciano-Grosseto,
socialista, e da Angela Mascherini, casalinga. Rosi Siro ha una sorella
di nome Licena che sposerà il comunista Elvino Boschi, forse
proprio il tramite dei primi contatti con i comunisti grossetani di
Rosi, nel 1931. Nel 1933 è espulso dalle organizzazioni giovanili
fasciste e posto sotto il controllo della Questura per aver promosso
una protesta in favore degli operai edili. Frequenta Guido Vannozzi,
Assunto Aira, Eugenio Gentili e Aristeo Banchi e versa quote mensili
di 5 lire al Soccorso rosso; ospita qualche sovversivo, riceve dei corrieri
comunisti , pare nasconda una bandiera rossa in un muro di casa. Durante
la prima guerra mondiale presta servizio militare nel battaglione d'assalto
della 1° brigata mista "Frecce azzurre". Nel 1937 è
militare di leva a Cagliari da 10 mesi quando le autorità cercano
volontari per la Spagna e si arruola con l'idea di passare ai repubblicani
(prima di partire trascorre una licenza a Grosseto e ne approfitta per
incontrarsi con Aristeo Banchi, nella bottega del Belardi, ed esporgli
la sua intenzione di disertare). Nel 1937 si imbarca quindi da Napoli
con i fascisti per la Spagna, destinazione Cadice, dove arriva insieme
al contingente fascista: il battaglione è trasferito a Dos Hermanos,
nei dintorni di Siviglia (il 28 febbraio 1937), poi a Zafra, un paesino
nella provincia di Bajadoz (il 19 marzo 1937), infine a Cortijo de Laguna
(il 17 aprile 1937). Proprio la sera del 18 aprile 1937, verso le 20,
dopo aver fatto rifornimento di munizioni e armi, Rosi attraversa le
linee diretto a Campillo. E’ denunciato per diserzione al Tribunale
militare di Vittoria che, nel novembre 1938, lo condannerà in
contumacia alla pena di morte, e viene iscritto in Rubrica di frontiera
e Bollettino delle ricerche per il provvedimento di arresto. Nel frattempo,
viene trasferito a Valencia e condotto nel carcere di San Michele da
dove (dopo la visita di Velio Spano, Giuseppe Alberganti e Ilio Barontini,
cugino del cognato di Rosi, che garantiscono sulla sua fede antifascista)
è finalmente ammesso alla scuola ufficiali di Pozo Rubio, presso
Albacete. Terminata l’istruzione militare, si arruola nella Brigata
Garibaldi (3° battaglione, 2° compagnia) e combatte nel settembre
1937 a Fuentes de Ebro. Nella primavera del 1938 è ferito a Caspe
e sulla Sierra Cabals e nel novembre 1938 è nel campo di smobilitazione
spagnolo di Torellò insieme ai superstiti delle Brigate internazionali
ritirati dal fronte per ordine del governo repubblicano. A Torellò
resta fino alla caduta di Barcellona quando, nel febbraio 1939, ripiega
verso i Pirenei ed entra in Francia. E' internato inizialmente ad Argeles
(forse anche a S. Cyprien), il 19/5/1940 viene trasferito a Gurs insieme
con Aldo Demi; in seguito (dal 19 maggio 1940 al 31 agosto 1941) è
nel campo di sorveglianza speciale del Vernet (nel settore D insieme
a Angelo Rossi); è arruolato per un breve periodo anche nelle
Compagnie di lavoro al fronte, impiegato in diverse fattorie nei dintorni
del campo. Sconfitta la Francia, la Commissione italiana d’armistizio
chiede la sua consegna, ma Rosi (su cui pesa la condanna a morte del
1938) viene fatto evadere dal campo ed entra in contatto con i Francs-tireurs-partisans,
insieme ai quali opera nella regione di Toulouse (Haute Garonne) e in
quella di Lyon (Bouche du Rhone). Ha il grado di capitano, opera a Nizza
(Alpes Maritimes) e Saint-Etienne (Loire) e si fa chiamare Juan Medinas.
Dopo un sabotaggio, è arrestato e, processato il 17 dicembre
1943 per possesso di documenti falsi, rinchiuso nel carcere di Saint-Joseph
a Grenoble (Isère), ma fugge e torna fra i partigiani (perderà
un occhio in un’azione). Al principio del 1944 è nell'Italia
settentrionale, dove partecipa alla lotta partigiana: è nominato
ispettore regionale della Delegazione lombarda del Comando generale
delle Brigate d'assalto Garibaldi nell'aprile 1944, si trova nella zona
di Dongo all'arresto di Mussolini ed è lui ad arrestare alcuni
gerarchi repubblichini. Nel 1949 è per qualche tempo segretario
della Federazione comunista grossetana, finché espatria di nuovo
non essendo stata annullata la sentenza a suo carico per la diserzione
in Spagna. Va prima in Francia, poi in Polonia per alcuni anni. Torna
in Italia nel 1957 per il processo di Milano per l'oro di Dongo, in
cui figura fra gli imputati (ha portato il denaro da Chiavenna a Milano
nel 1945). Ottenuta la riabilitazione per la condanna per diserzione
nel 1962, negli anni seguenti lavora a Roma come funzionario alla Direzione
del PCI e si dedica alla pittura, per la quale trae spunto dai paesaggi
maremmani. Nel 1974 gli viene concessa la Croce al merito di guerra
in seguito all'attività partigiana. Muore nel 1987.
Fonti:
Archive
Départemental de l’Ariège 5W328 f. 6564, 5W364,
5W444, 5W340, 5W376
ACS CPC
ACS Min.
Int. PS
Aicvas
ASGr Fondo
Questura
ASGr Tribunale
Penale
Fondazione
Gramsci (Roma), Fondo Comintern
ISRT Fondo
Anpi
“E'
morto a 72 anni il compagno Siro Rosi” da L'Unità,
14/3/1987
Antifascisti
nel Casellario Politico Centrale, a cura di Adriano Dal Pont, ANPPIA,
Roma, 1988-1995.
Banchi Aristeo,
Si va pel mondo. Il partito comunista di Grosseto dalle origini
al 1944, Arci, Grosseto, 1993.
Basi Duccio,
La partecipazione degli antifascisti toscani alla guerra civile
di Spagna (1936-1939), relatore Gallerano N., Tesi di laurea non
pubblicata, Università degli Studi di Siena, Facoltà di
Lettere e Filosofia (Corso di Laurea in Lettere Moderne), A.A. 1993-1994.
Bucci Fausto
et alii, Gli antifascisti grossetani nella guerra civile spagnola,
La Ginestra, Follonica, 2000, pp. 198-206
Calandrone
G., La Spagna brucia, Editori Riuniti, Roma, 1974.
Capitini
Maccabruni Nicla, La Maremma contro il nazifascismo, La Commerciale,
Grosseto, 1985.
Enciclopedia
dell'antifascismo e della Resistenza, La pietra, Milano, 1976.
La Spagna
nel nostro cuore, 1936-1939. Tre anni di storia da non dimenticare,
a cura di Giovanni Pesce, AICVAS, Milano, 1996.
Lopez Alvaro,
Dalla Spagna alla Resistenza in Europa in Italia ai compi di sterminio,
Quaderno Aicvas n. 3, Roma, 1983.
Un giovane
grossetano in Spagna, quella buona, in Enzo Rava, I compagni:
la storia del partito comunista nelle storie dei suoi militanti,
Roma, Editori Riuniti, 1972.
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