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La Colonna italiana Rosselli
Formazione facente parte della Colonna Ascaso e legata
alla CNT, si concretizza probabilmente in seguito alla riunione del
2 agosto 1936 nella quale, con la partecipazione di Camillo Berneri,
viene elaborato il “progetto di costituzione di una colonna possibilmente
anarchica”. La Colonna italiana o “colonna Rosselli”
è formata ufficialmente il 17 agosto 1936 grazie al contributo
determinante di Carlo Rosselli e Mario Angeloni e composta da 150 fra
anarchici, giellisti, socialisti massimalisti, comunisti e repubblicani.
La prima formazione militare della colonna parte per il fronte all’indomani
della sua costituzione e prende parte al combattimento di Monte Pelato
il 28 agosto, in cui trova la morte il comandante Mario Angeloni. In
seguito, la colonna supera di parecchio i 300 volontari, ma gli spostamenti
dal fronte alle retrovie e viceversa, il dislocamento di alcuni (per
conto della CNT-FAI) al servizio di frontiera franco-spagnola e i ritorni
in Francia determinano una grande fluidità al suo interno, rendendo
difficoltosa l’identificazione completa dei suoi combattenti.
Costituzione: 17 agosto 1936
Comandanti:
Mario Angeloni e Carlo Rosselli (dal 17 al 28 agosto 1936)
Carlo Rosselli (dal 28 agosto al 6 dicembre 1936)
Antonio Cieri (dal 6 dicembre 1936 al 10 aprile 1937).
Comandanti di sezione:
Bifolchi, Marzocchi, Battistelli, Gunscher, Raimondi (Agostino Casati),
Orlandini.
Combattimenti:
28 agosto 1936, Monte Pelato
1-2 settembre 1936, attacco generale a Huesca
Ottobre 1936, difesa di Tardienta
20-22 novembre 1936, Almudevar
10 aprile 1937, Carrascal de Huesca
Scioglimento: 10 aprile 1937, viene incorporata nel Corpo d’esercito
spagnolo.
Atto costitutivo
della colonna italiana
La colonna italiana comprendente
elementi rivoluzionari di diverse provenienze politiche, si costituisce
per battersi accanto ai compagni spagnoli contro il fascismo.
La colonna sarà alle dipendenze dirette del Comitato delle
Milizie antifasciste e dello stato maggiore dell’Esercito.
Data la sua costituzione e il suo essenziale obiettivo, che si
identifica con lo schiacciamento della sedizione fascista, la
colonna sarà sciolta una volta domata l’insurrezione.
Conseguiti i successi iniziali, i suoi membri saranno liberi di
reintegrare il loro luogo e i loro gruppi di origine.
L’adesione alla colonna non è di gruppi politici
ma di uomini. I suoi componenti si impegnano a rispettare quel
sistema di organizzazione interna e di comando una volta che sia
stato da loro liberamente accettato.
Tutti gli antifascisti, senza eccezione di tendenza, sono ammessi
alla colonna, purché presentino le necessarie garanzie
morali e politiche e purché si ispirino a quella fraternità
che è essenziale al successo ed accettino la disciplina
interna che la colonna si darà.
Secondo le disposizioni attuali del Comando delle Milizie, l’organizzazione
della colonna sarà fatta in collegamento con le milizie
della CNT e della FAI.
Resta però inteso che la colonna, come tale, manterrà
il suo carattere di formazione unitaria antifascista al di sopra
delle distinzioni di partito.
Viene costituito un ufficio di reclutamento della colonna che,
in relazione ai criteri sopracitati, deciderà dell’ammissione
dei volontari.
Data la serietà della lotta, l’organizzazione militare
e la sua direzione dovranno essere informate a un criterio eminentemente
tecnico.
Il Comitato
Barcellona, 17 agosto 1936
(da Alvaro Lopez, La Colonna
Italiana, Quaderno Aicvas n. 5, Roma, 1985, p. 6)
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